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CASO STAMINA/FERRARI: “DIRITTI DEI MALATI CALPESTATI”

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«Tutta la vicenda Stamina mi ha lasciato una profonda, profondissima amarezza. Lo dico da italiano e per l’Italia. Ho constatato una malgestione clamorosa della faccenda, una girandola di errori e incidenti di percorso che mi fanno preoccupare grandemente per il Paese». Mauro Ferrari, il famoso scienziato residente a Houston, nominato dal ministro Beatrice Lorenzin per giudicare la validità della controversa terapia di Davide Vannoni e cassato dall’incarico dopo appena due mesi, si sfoga sul nuovo numero di OGGI, in edicola dal 16 aprile.

IL MIO RUOLO- «È quasi stupefacente il copione che mi ha visto protagonista: la Lorenzin mi dice che prima di ratificare con tutti i crismi il mio “arruolamento” non avrebbe fatto annunci e poi il giorno dopo vedo sparato il mio nome su tutti i giornali; la nomina ufficiale e il decreto non mi sono mai stati recapitati; infine, nonostante fossi ancora un Presidente solo “nominato” (senza carte bollate che l’avessero nel frattempo stabilito), apprendo sempre dalla stampa di essere stato rimosso dall’incarico…  L’Italia non si merita certo questa tremenda presa in giro da parte dei suoi governanti, soprattutto sui temi che toccano la salute e le sofferenze reali di tante persone».

MI SPIACE PER I PAZIENTI- «Sì, mi dispiace per questa mia Italia, mi dispiace per i pazienti coinvolti. Perché sia ben chiaro: io non so assolutamente nulla di questo metodo curativo. Voglio rimarcarlo con assoluta chiarezza: qui non si sta parlando se questa terapia abbia valore o meno, perché io non ho un solo elemento di prima mano per poterlo affermare. Dico invece che mi ha sconcertato vedere come tutto è stato condotto. Come i diritti dei pazienti siano stati calpestati. Sto parlando di diritto all’informazione, a comprendere con cognizione di causa il lavoro dei medici e degli scienziati che hanno in mano le sorti del nostro benessere, il diritto a essere ascoltati con compassione… E invece qui le scelte e le conclusioni sono state lanciate come sassi addosso ai diretti interessati, i malati, senza discutere, senza comunicare, senza interagire. Dov’è il rispetto dell’Italia per chi soffre?».

LE REGOLE- «Io sono il primo a ribadire», prosegue Ferrari nell’intervista rilasciata a OGGI, «che non possiamo derogare alle regole, anche dinanzi a una malattia grave per la quale non esistono alternative terapeutiche. Ma bisogna allora riconoscere che in Italia c’è un sistema pesantemente da rivedere, perché si sono creati spazi e smagliature grandi come praterie texane che hanno consentito al Metodo Stamina di approdare in un ospedale pubblico».

 

 

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