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Veronesi: “Giusto denunciare gli abusi dell’industria farmaceutica”

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Umberto VeronesiBotta e risposta sul nuovo numero di OGGI, in edicola il 2 aprile, tra il regista Antonio Morabito e il professor Umberto Veronesi.

Morabito, regista del film «Il venditore di medicine» (il 30 aprile nelle sale), risponde alle considerazioni del celebre oncologo, che, riferendosi al mondo della farmaceutica, aveva scritto sul settimanale: «Non è credibile, se non come satira, il film del regista Antonio Morabito, che fa a pezzi il mestiere d’informatore scientifico. Tutto ciò che è esagerato è insignificante. Chi esagera non risolve niente».

«A me non sembra esagerata la storia che abbiamo raccontato», replica Morabito, «proprio oggi mentre leggiamo sui giornali lo scandalo Roche-Novartis. Né mi sembrava esagerata quando sul set arrivò la notizia dei 67 medici accusati di somministrare dosi eccessive di ormoni ai bambini in cambio di regali dagli informatori scientifici della Sandoz».

Morabito calca i toni: «Vuole negare, professor Veronesi, che troppo spesso gli informatori scientifici offrano servizi, prebende, offerte compiacenti ai medici e agli istituti ospedalieri pur di promuovere il loro prodotto, buono o cattivo che sia? Noi, con il nostro lavoro, richiamiamo l’attenzione su un grave problema la cui esistenza è incontestabile. È anche questo il compito di un film e di un regista».

INDUSTRIA FARMACEUTICA PRIVATA E’ INDISPENSABILE- «Apprezzo moltissimo il cinema di denuncia», ribatte il professor Veronesi dalle pagine di OGGI, «e non vorrei che lei rimanesse con la falsa impressione di un mio “collateralismo” con l’industria farmaceutica. Penso che sottomettere la ricerca a dei puri e semplici obiettivi economici sia un grave errore. D’altra parte, è arduo pensare che si possa fare a meno della ricerca che viene condotta dall’industria farmaceutica privata: in un’economia moderna, è un compito che non può essere assunto dallo Stato, e che l’Università non ha i mezzi economici e le strutture per affrontare. Inevitabilmente la ricerca dell’industria farmaceutica punta al profitto. Se è irrealistico scandalizzarsene, è invece giusto denunciarne gli eccessi, le scorrettezze e gli abusi».

 

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