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Miss Italia è davvero di “interesse nazionale”?

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Il diario del gossip di Daniele Urso

La tivù di Stato, salvo possibili ribaltoni, ha scaricato Miss Italia. Cancellato dal palinsesto perché, secondo le malelingue, in tempi di spending review (più volgarmente detta “revisione della spesa pubblica) costa troppo e non guadagna abbastanza. La patron Patrizia Mirigliani ha più volte spiegato che, a prescindere dalla copertura televisiva, il concorso non morirà, perché dà lavoro a tanta gente e ha più di settant’anni di storia. Nel frattempo si sondati i concorrenti Rai per capire se il format possa emigrare su un’altra rete. Non sarebbe la prima volta: nel 1979 il concorso aveva esordito su alcune emittenti locali e dal 1981 al 1987 fu Canale 5 a trasmetterlo. Messa da parte la breve digressione storica, Mediaset e Sky per ora non sembrano accapigliarsi l’una con l’altra per aggiudicarsi il concorso. In molti hanno condannato la Rai per la mancanza di sensibilità. E’ scesa in campo perfino la politica, sebbene ci siano problemi di più stretta attualità… La senatrice del Pd Silvana Amati, come riporta la Nazione online, ha scritto una lettera al presidente della Rai Anna Maria Tarantola, nella quale auspica che la tv di Stato «sappia valorizzare ancor meglio il concorso che porta, nelle case di tutti, ragazze che rappresentano un modello moderno, sano e partecipe dell’Italia migliore. Sarebbe un vero peccato che questo storico appuntamento italiano, così trasformato e reso più vicino ai problemi dell’oggi con la partecipazione a importanti campagne sociali, non avesse la visibilità che merita». Ho sentito molte persone affermare che rinunciare a Miss Italia equivarrebbe per la Rai ad abdicare al proprio ruolo di servizio pubblico. Il motivo? Secondo i più perché il concorso è “d’interesse nazionale”. E qui arriviamo al punto. Nel 2012 il programma fece molta fatica a livello d’ascolti. La serata finale, quella che normalmente raccoglie più consensi, perse il confronto con Squadra antimafia 4 su Canale 5 (4.944.000 telespettatori contro 5.021.000). Andò peggio, se pur di poco, anche di Miss Italia 2011. Nell’access prime time (orario che va dalla fine del tg alla prima serata) Miss Italia – ora o mai più era stato già battuto nettamente da Veline, sempre su Canale 5 (4.180.000 telespettatori contro 5.057.000). Alla luce dei freddi numeri, verrebbe da chiedersi come possa essere d’interesse nazionale un programma che fa meno ascolti di una fiction e delle selezioni per Striscia la notizia. Questo ragionamento però è rischioso, perché taglierebbe fuori ogni programma che non risponda a determinati requisiti di share. Credo che invece la Tv pubblica debba tutelare anche realtà diverse. Quelle che non hanno posto su emittenti commerciali dove il business regna, giustamente, sovrano. Sui costi un accordo si può trovare, sempre che ci sia la volontà. Non è certo Miss Italia il vero problema della tv di stato, dove gli sprechi si… sprecano. Resta da decidere se un concorso di bellezza vada tutelato. Io penso di sì, soprattutto perché ha regalato e regala ancora a milioni di italiani emozioni dal sapore antico. Converrebbe provare a giocarsi tutto in una sola serata tv, ne gioverebbe lo share, ma forse la formula non farebbe contenti sponsor, comuni ospitanti e organizzazioni varie.

 

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Daniele Urso

Daniele Urso, nato a Milano, dov'è tornato a lavorare e vivere, è giornalista e direttore responsabile dal 2011 del settimanale Stop, che è ben più vecchio di lui (Stop è nato nel ‘63, Urso nel ‘76). Per la Guido Veneziani Editore, dirige anche il periodico I grandi gialli di Stop e il mensile Vero cucina.

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